| Dal Vangelo secondo Luca
 In quel tempo, Gesù, pieno di   Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel   deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei   giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se   tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose:   «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
 Il diavolo lo condusse in   alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò   tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi   voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo».   Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo   renderai culto”».
 Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del   tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto   infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti   custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede   non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai   alla prova il Signore Dio tuo”».
 Dopo aver esaurito ogni tentazione, il   diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
 
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          | per  quaranta giorni | Gesù,  pieno di Spirito Santo che al Giordano è sceso sopra di lui, andò nel deserto  guidato “nello spirito” (letteralmente)… si può azzardare nel dire che Luca ci racconta il senso  profondo della comunione che in Gesù si realizza tra lo Spirito Santo ed il suo  spirito. Lo Spirito Santo trova nel profondo dell’animo di Cristo (nello spirito) il terreno dove radicare  e dare frutto. Il  deserto è il luogo della prova e quaranta giorni è il tempo di Dio. In questo  luogo e in questo tempo il diavolo – colui  che divide – prova a spezzare questa comunione: è la tentazione della  autonomia, del tentativo di affrancamento dell’uomo da Dio descritto fin dalle  prime pagine della Bibbia. In quei giorni Gesù non mangiò nulla: il suo non è stato un digiuno penitenziale ma  espressione della pienezza dello Spirito che era in lui. Terminati i quaranta  giorni, la fragilità umana ebbe il sopravvento e ebbe fame.
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          | Dopo  aver esaurito ogni tentazione | Luca  descrive tre tentazioni dicendoci che ogni  tentazione si rispecchia in queste tre (Matteo riporta le stesse tentazioni  ma in ordine diverso per una lettura diversificata). Questo evangelo va letto  come ikona del conflitto tra il male  e la fragilità umana, Luca usa il linguaggio semplice del racconto simbolico  per esprimere una realtà che difficilmente potrebbe essere descritta. Il male è  per l’uomo un mistero, una realtà più  grande di lui, anche l’immagine personificata del diavolo codifica la realtà  del nemico forte, da affrontare, e che non è possibile vincere senza l’aiuto di uno più forte (Lc 11,22). Il diavolo rappresenta l’avversario del  disegno di Dio sull’umanità: nega e sottomette la libertà dell’uomo, lo rende  schiavo del potere e lo fanatizza. | 
        
          | Se  tu sei Figlio di Dio | Il  diavolo affronta Gesù – e ciascuno di noi - insinuando il dubbio sulla dignità  di figli di Dio, non lo fa negandola o mettendola in discussione, ma  sottraendola al rapporto filiale e attribuendole falsamente la stessa potestà  di Dio  per diventare come lui (Gn 3,5). L'uomo  nella sua povertà tende a nascondere Dio – o nascondersi da lui (Gn 3,10)  - vorrebbe diventare come lui per non averne più bisogno. Le  tre tentazioni ci indicano gli ambiti a cui ogni tentazione di autonomia da Dio  è riconducibile: il dominio sulle cose, la potenza sul mondo ed il potere  religioso.
 La  fame e il sopperire ai bisogni primari dell’uomo, fa riporre nei beni materiali  ogni speranza di salvezza. L’uomo produce e si realizza totalmente in questa  sua attività, in qualche modo siamo dominati da questa ideologia del benessere,  da una tecnologia che si costruisce da sé, che domina le cose e la vita, da un  mercato ed da un sistema economico che avanza… lasciando indietro porzioni di  umanità: chi veramente ha fame  o non  possiede l’economia e la tecnologia degli altri.
 Chi  esercita il potere – civile, militare, economico, culturale, religioso,  psicologico, ecc. – esercitando sopraffazione, strumentalizzando la sua  posizione per la sua gloria appartiene  al regno del male. All’inizio di una competizione si fanno propositi e  programmi, si diventa quasi generosi e altruisti, poi si perde il senso delle  cose, l’opportunità di servizio e si cerca la vittoria ad ogni costo; succede  nello sport come nella politica, nello spettacolo come nella scienza. Tutto  diventa idolo adorabile pur di  raggiungere lo scopo. Il vangelo ci dice che il potere sul mondo e sulla storia  sembra appartenere al satana: perché a me  è stata data e io la do a chi voglio.
 Che  la religione sia una tentazione sembra un ossimoro, ma Dio non può diventare strumento  nelle nostre mani, non risolve le nostre problematiche, non condivide la  spettacolarità, non accetta nessuna sfida. La Fede si abbandona ad una  relazione d’amore, da cui non è escluso un intervento della potenza di Dio, ma  non lo pretende e non lo sottintende. Dio salva secondo la sua volontà, ma  attraverso la croce di Cristo, nello svestirci di ogni potenza.
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          | Sta scritto | Gesù  risponde mostrando la sua sicurezza nella Parola ricevuta. Gesù è il Figlio umile, si fida di Dio, si mette nella  sua Parola – è proprio lui la Parola fatta carne – e si lascia condurre,  immergendosi sempre di più nel mistero della umanità e nella relazione d’amore col Padre, obbediente,  fino alla croce. Il  demonio inserisce le sue parole nella storia dell’uomo cercando di strappare la  Parola di Dio dal suo cuore deformandola e rendendola insidiosa. Diventa  essenziale per la nostra fede leggere, ricordare e mantenersi nella sua Parola: «Se rimanete nella mia parola, siete  davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». (Gv 8,31-32).
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